lunedì 3 giugno 2013

L. A., Caso IV, Avamposto Lunare III

Ricerca a cura di: Vaudano Luca (click on the name to go into Luca's Facebook page)

(any information published on this blog may be put on other websites only after obtaining permission from the author of the following research)
(qualsiasi informazione pubblicata su questo blog può essere trascritta su un altro indirizzo internet solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione dell'autore della ricerca)

-
Caso IV – Avamposto Lunare III
-
L'ultimo caso di anomalia Lunare riportato in questo testo riguarda uno degli ultimi ritrovamenti da me effettuati, esso è legato, come anche il caso del cratere Censorino, ai nove punti di interesse cui si faceva riferimento nel documento “Geologic Charactherstics of the nine lunar landing mission sites recommended by the group for lunar exploration planning” (GLEP)25-Link. A pagina tredici di questo documento è richiamato, come sito di rilevanza per una futura missione Lunare, la zona denominata “Abulfeda crater chain”, luogo in cui l'anomalia è situata; le sue coordinate sono le seguenti:

Latitudine 14°50' Sud
Longitudine 14°00' Est

Le fotografie26-Link in cui è possibile quest'area hanno la seguente dicitura: “5084_med”, “5084_h1”, “5084_h2”, “5084_h3”; il dettaglio di nostro interesse è tuttavia visibile solo nella foto “5084_med” ed è osservabile nella parte centrale, sul crinale del cratere in primo piano nella foto. Di seguito un ingrandimento dell'anomalia.

Figura 17

2.5.1 Osservazioni
  • Come primo punto degno di nota si può osservare come il punto di sbarco per una missione Apollo sul suolo Lunare sia collocato nello stesso punto in è presente un'anomalia.
  • In secondo Luogo è necessario sottolineare come il dettaglio in primo piano nella foto non appaia nello stesso punto della fotografia “5084_h2”27-Link.
  • La colorazione dell'anomalia assume poi un'importanza rilevante nell'analisi di questo caso, essa infatti differisce in maniera sostanziale da qualsiasi altra formazione presente nell'ambiente circostante; l'oggetto appare di colore bianco o grigio molto chiaro, ed è chiaramente ben distinto dal suolo in cui si colloca.
  • Si può escludere sin da subito l'ipotesi che si tratti di un corpuscolo che ha disturbato la fotografia posizionandosi di fronte all'obbiettivo, l'oggetto infatti presenta nella parte centrale e tutto intorno un'ombreggiatura appena visibile, il che ci aiuta a collocarlo fisicamente sulla superficie del satellite.
  • Come ultima affermazione, in base ai dati sulla grandezza forniti dal documento redatto dal “GLEP”28-Link,   possiamo asserire che l'oggetto ha le seguenti dimensioni:

    Larghezza nella parte più ampia e visibile: 140 - 145 metri;
    Lunghezza della sezione allungata e più sottile: 380 - 390 metri.
2.5.2 Ipotesi
La prima ipotesi lascia pensare che si tratti di semplici sedimenti rocciosi che presentano una colorazione anomala.
Una seconda ipotesi può farci concludere che, vista la colorazione molto chiara, la formazione potrebbe essere il residuato di fuoriuscite di acqua dal sottosuolo solidificatesi a contatto con le basse temperature presenti sulla superficie Lunare.
Una terza ipotesi presa in esame sottolinea la possibilità che la formazione possa essere ciò che rimane dell'impatto col suolo di un asteroide. Questa ipotesi tuttavia non spiega ne l'assenza di altri detriti simili o quantomeno della stessa colorazione nella zona circostante, ne l'assenza di un cratere al di sotto della formazione viste le dimensioni considerevoli.
Come ultima ipotesi si annovera la possibilità che si tratti di un oggetto anomalo di origine artificiale, questa ipotesi è stata calcolata in base a fattori quali: dimensione dell'oggetto (che risulta essere molto grande), colorazione, forma e posizione dell'anomalia (come luogo designato per una missione Lunare Americana).

2.5.3 Conclusioni
Secondo l'interpretazione di chi scrive, le caratteristiche dell'oggetto potrebbero far pensare a una struttura di origine non naturale, o meglio un avamposto di origine artificiale, costituito da un corpo centrale di grandi dimensioni (più di 140 metri di larghezza), collegato a una struttura di forma più sottile lunga più di 350 metri. Per dare un'idea della forma dell'ipotetica struttura si può osservare la ricostruzione grafica della Figura 18:

Figura 18

La mia tesi conclusiva sul seguente caso è che l'oggetto, per le dimensioni che raggiunge e per i suoi dettagli, sia di origine artificiale e soprattutto non riconducibile all'opera dell'uomo (essendo stata scattata la foto “5084” nel 1968). In assenza di immagini più dettagliate risulta impossibile fornire descrizioni più esaurienti; a mio avviso comunque il seguente caso rimane degno di nota e di approfondimenti.

Figura 19

Sitografia

25Sito Internet: Lunar and Planetary Institute, GLEP. Group for Lunar Exploration Planning, Geologic Charactherstics of the nine lunar landing mission sites recommended by the group for lunar exploration planning, p.13, may/31/1968, Accessibile su http://www.lpi.usra.edu/ultimo accesso maggio 2013
26Sito Internet: “Lunar and Planetary Institute, Apollo Image Atlas”, fotografie accessibili al seguente link:http://www.lpi.usra.edu/resources/lunarorbiter/frame/?5084, ultimo accesso maggio 2013
27Sito Internet: “Lunar and Planetary Institute, Apollo Image Atlas”, fotografie accessibili al seguente link:http://www.lpi.usra.edu/resources/lunarorbiter/frame/?5084, ultimo accesso maggio 2013
28 GLEP: Group for Lunar Exploration Planning

Nessun commento:

Posta un commento