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Caso I -
Avamposto Lunare I
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La seguente anomalia è osservabile accedendo alle foto
“lo2-67-h3a”1-Link e "lo2-67-h3b"1-2-Link, scattate dalla sonda Lunar Orbiter 2 nel 1966. Le
coordinate di riferimento sono le seguenti:
Latitudine 2.8° Nord
Longitudine 24.4° Est
Di seguito viene riportato una versione a bassa risoluzione
del Frame analizzato:
La stessa area in cui è presente
l'anomalia è ripresa in altre fotografie presenti in rete, si veda ad esempio:
“2067_med2-Link”,
“2067_h33-Link”,
“2068_med4-Link”,
“2069_med5-Link”,
“2069_M.tiff6-Link”, “2070_med7-Link”.
Di seguito si presenta l'ingrandimento
“h3”del Frame numero 67 scattato dalla sonda Lunar Orbiter II.
Nell'ingrandimento sono osservabili tre crateri nella parte inferiore della
fotografia; l'anomalia in analisi è situata all'interno del cratere centrale
(Figura 09).
Osservazioni
Esaminando la foto si possono sottolineare
alcune particolarità legate all'oggetto:
- Nell'analisi della foto è possibile arrivare alla conclusione che non si
tratti di un elemento risultante dal un malfunzionamento dell'apparato
fotografico della sonda: si esclude possa trattarsi di impurità, macchie o
sbavature che possono aver alterato il fotogramma durante lo scatto, è infatti
chiaramente visibile intorno all'anomalia una chiara linea d'ombra che ne
conferma la presenza fisica sul terreno. Ciò che si trova all'interno del
cratere è sicuramente un oggetto solido realmente presente sul suolo.
- Come seconda considerazione vanno analizzate le ombre presenti intorno
all'anomalia. Da quello che possiamo osservare si comprende come durante lo
scatto, la fonte di luce primaria (il sole) si trovasse idealmente nella parte
superiore della fotografia e proiettasse l'ombra di ogni elemento nella parte
inferiore della fotografia; questo dettaglio è osservabile soprattutto
nell'ombra presente nella parte centrale del cratere; l'angolazione di
quest'ultima sembra infatti collocare la sua origine, ovvero posiziona
l'oggetto che proietta tale ombra, al di sopra dell'anomalia stessa; inoltre
l'offuscamento assume una forma stretta e allungata, completamente incompatibile
con qualsiasi oggetto al di fuori del cratere.
- Per quanto riguarda la configurazione strutturale, tutta la parte
superiore dell'anomalia presenta una forma all'apparenza regolare e piatta,
escludendo la parte rialzata che proietta l'ombra sulla base del cratere.
Entrando più nel dettaglio si evidenziano due estremità parallele che corrono
in linea retta nella parte inferiore destra, scomparendo nell'ombra del
cratere; tentando di aumentare la luminosità di questa zona si osserva una
parte di forma circolare collegata con uno dei prolungamenti. Tutta la
struttura dell'anomalia sembra essere composta da un unico blocco solido
caratterizzato da una forma ampia ed un'altezza ridotta.
- Dettaglio ancora più rilevante è la colorazione, essa si presenta con una
luminosità molto più marcata dell'ambiente circostante, che aiuta a distinguere
nettamente l'anomalia dal terreno.
- Purtroppo i pochi dati in nostro possesso non ci permettono di stabilire
la dimensione precisa dell'oggetto.
Ipotesi
Escludendo che si tratti di un corpo
estraneo impattato con il suolo Lunare viste le ridotte dimensioni del cratere
in relazione alla dimensione dell'oggetto, o di impurità o macchie
fotografiche, le ipotesi che rimangono in gioco, secondo chi scrive, sono due:
Prima ipotesi: potrebbe trattarsi di
una formazione di rocce dalla forma anomala, oppure di magma solidificato
affiorato in superficie a seguito di scosse telluriche; quindi si annovera tra
le ipotesi l'origine naturale.
Seconda ipotesi: si considera la
possibilità che si tratti di un oggetto artificiale, la cui origine non è
riconducibile ne all'azione umana; potrebbe cioè trattarsi di un insediamento o
un'installazione di origine sconosciuta.
Conclusioni
L'opinione di chi scrive è che l'origine
dell'oggetto, per le sue caratteristiche, è difficilmente attribuibile a
fenomeni di origine naturale come depositi di magma (vista la colorazione) o
strati di roccia sovrapposti (avendo una superficie piatta); ritengo tuttavia
valide due ipotesi purtroppo non completamente verificabili: è possibile che si
tratti o di una sorta di struttura artificiale collocata all'interno di un
cratere oppure di formazioni di magma solidificatosi in superficie, in entrambi
i casi la sua presenza sarebbe di estremo interesse. La ridotta risoluzione
della foto non permette affermazioni più specifiche o indagini più
approfondite.
Di seguito si riporta una riproduzione
della forma che dovrebbe assumere l'anomalia in relazione alle caratteristiche
sopra elencate.
Sitografia
1 Sito Internet: “Arizona State University, Space Exploration Resources”,
fotografia: “lo2-67-h3a”, accessibile su http://ser.sese.asu.edu/LO/lo2-67-h3a.html,
ultimo accesso maggio 2013
1-2 Sito Internet: “Arizona State University,
Space Exploration Resources”, fotografia: “lo2-67-h3a”, accessibile su http://ser.sese.asu.edu/LO/lo2-67-h3b.html, ultimo
accesso agosto 2013
2 Sito Internet: “Lunar And Planetary Institute”, fotografie: “2067_med,
2067_h3”, accessibile suhttp://www.lpi.usra.edu/resources/lunarorbiter/frame/?2067,
ultimo acceso giugno 2013
3 Ibidem
4 Sito Internet: “Lunar And Planetary Institute”, fotografia: “2068_med”,
accessibile suhttp://www.lpi.usra.edu/resources/lunarorbiter/frame/?2068,
ultimo acceso giugno 2013
5 Sito Internet: “Lunar And Planetary Institute”, fotografia: “2069_med”,
accessibile suhttp://www.lpi.usra.edu/resources/lunarorbiter/frame/?2069,
ultimo acceso giugno 2013
6 Sito Internet: “Moon View - Official website of
the Lunar Orbiter Image Recovery Project (LOIRP)”, fotografia: “2069_M”,
accessibile su http://www.moonviews.com/lunar-orbiter-2-images/, ultimo accesso giugno 2013
7 Sito Internet: “Lunar And Planetary Institute”, fotografia: “2070_med”,
accessibile suhttp://www.lpi.usra.edu/resources/lunarorbiter/frame/?2070,
ultimo acceso giugno 2013
8 Sito Internet: “Arizona State University, Space Exploration Resources”,
ingrandimento della fotografia: “lo2-67-h3a”, accessibile su http://ser.sese.asu.edu/LO/lo2-67-h3a.html, ultimo accesso maggio 2013
8-2 Sito Internet: “Arizona State University, Space Exploration Resources”,
ingrandimento della fotografia: “lo2-67-h3b”, accessibile su http://ser.sese.asu.edu/LO/lo2-67-h3b.html,
ultimo accesso maggio 2013
9 Idem (Figura 10).
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